domenica 9 dicembre 2012

MAURO LENZI/ LUSTROLA E I LUSTROLESI




MESE DI DICEMBRE*
di Mauro Lenzi

«Ed ecco Dicembre, l’ultimo mese dell’anno.
Giungeva, spesso, col cielo plumbeo, con la nebbia, con la pioggia insistente, con la neve, con il freddo pungente, con il gelo. Nelle case, il caldo era soltanto in cucina, dove il fuoco del camino o della stufa di ghisa riscaldava l’ambiente. Negli altri locali, era freddo come fuori. Al mattino, spesso, i vetri delle finestre delle stanze da letto erano interamente ricoperti di uno strato di gelo dello spessore di alcuni millimetri, a volte; e le pareti rilucevano di puntini luminosi, come se fossero state ricoperte di minutissimi cristallini lucenti. Fuori pendevano dalla gronde o dalle lastre sporgenti dei tetti, i ghiaccioli simili a tante bianche o cris di diversa lunghezza e grossezza.

Le giornate belle, le giornate di sole erano piuttosto rare. Tuttavia, quando capitavano, anche se fredde, allietavano ugualmente lo spirito, in mezzo allo squallore della natura circostante, che, tutta spoglia e dimessa, pareva riposarsi dopo averci dato, largamente, i suoi tesori, abbandonata al pesante sonno invernale.

(…) Noi ragazzi, però, non avevamo paura del freddo. Coi calzoncini corti, le scarpe chiodate, i calzini di lana che lasciavano scoperti i ginocchi, pestavamo la neve tutto il giorno, facendo a pallate o facendo pupazzi o valanghe, cioè grosse palle che si facevano rotolando la neve, quando il sole, splendente nel cielo turchino, scaldava la nave e la rendeva biocca, cioè pesante. Alla sera, le scarpe erano fradice e rosse e i ginocchi bluetti dal freddo.»


*La bella descrizione è tratta dallo splendido volume di Mauro Lenzi dal titolo Lustrola e i Lustrolesi – Voci e memorie dall’Appennino tosco-emiliano e pubblicato dal Gruppo di Studi Alta Valle del Reno – 2012 “La Memoria di Nuèter”.
Il testo, completato intorno al 1990, è ora pubblicato a cura di Anna Luce Lenzi.



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