giovedì 31 marzo 2011

Il mare a primavera



Il mare a primavera



Il timido sole primaverile mi ha portato, oggi, sulla spiaggia. Il mare è calmo, le acque limpidissime. Su un molo vicino tre pescatori sono intenti a seguire i movimenti delle loro canne da pesca. Sono due anziani e un giovane. Sul lato opposto tre ragazzi giocano con la sabbia. Poi più niente. Lungo un viottolo, vicino ad alcuni alberi di agrumi, che guardano in faccia il mare, da alcuni cassonetti di rifiuti si alzano lingue di fumo nero, si stagliano verso un cielo azzurro, perfettamente limpido. Sull’arenile del materiale inerte, un ammasso di rifiuti d’ogni genere.
 

mercoledì 23 marzo 2011

CHI ASPETTA CHE IL SOGNO FINISCA di Dante Maffia



CHI ASPETTA CHE IL SOGNO FINISCA
di Dante Maffia

Chi aspetta che il sogno finisca
è un bugiardo
che perde il suo tempo in cabbale.
Non finirà la promessa della renovatio.

I libri d’Alessandria sono custoditi
nel mio cuore che li rubò a una stella.
Non si perde mai nulla.

Dante Maffia, La biblioteca di Alessandria, Azimut 2008


lunedì 21 marzo 2011

5PERCHÈ - La nuova rivista multiculturale dei ragazzi curiosi


5PERCHÈ - La nuova rivista multiculturale dei ragazzi curiosi

5PERCHÈ
Nasce con l’aspetto di una rivista per ragazzi (da 6 a 11 anni) innovativa.

È pratica perché ha un formato quadrato 21x21 cm, si lascia sfogliare facilmente e può essere portata nello zainetto con comodità.

È generalista perché tratta tanti argomenti diversi;

è culturale perché dà spazio alla qualità e all’approfondimento delle molto varie informazioni contenute;

è multi-culturale perché dà spazio alle culture più varie del mondo, ma soprattutto a quelle che è più facile incontrare in Italia, alla relazione storica che c’è stata e c’è fra di esse, alla ricerca di alcune basi che legano tutte;

è multilingue, ogni volta almeno due lingue diverse;

è narrativa, e questo è un aspetto che dà il taglio fondamentale alla rivista: si trovano narrazioni sotto la forma di filastrocche, poesie, proverbi, leggende, fiabe e racconti, fumetti… come se contenesse un piccolo e variegato libro insomma, restando nella scia degli intenti di base del GSLG: promozione della lettura;

è ludica, perché contiene piccoli giochi, e alla fine dell’anno un grande gioco allegato riccamente illustrato;

è interattiva, perché chiede al piccolo lettore una lettura non passiva, e con l’intervento direttamente sulle pagine e mediante il collegamento con il sito.  www.5xk.it

A livello di immagini, oltre alle illustrazioni redazionali necessarie per la snellezza dell’impaginazione e la velocità di esecuzione, contiene una notevole qualità di saggi illustrativi di bravi e giovani illustratori italiani, la maggior parte collegati con la Scuola Internazionale dell’Illustrazione di Sarmede. Alcuni illustratori, realizzano la base di alcune pagine della rivista, mentre ognuno degli altri illustra due pagine della fiaba inserto centrale, dando così al piccolo lettore la possibilità di bearsi di una enorme varietà di stili, arricchendo e moltiplicando le possibilità immaginative che già genera lo sfogliare un libro illustrato in modo classico.

Per info
 

sabato 19 marzo 2011

A mio padre di Alfonso Gatto


A mio padre
Alfonso Gatto

Se mi tornassi questa sera accanto
lungo la via dove scende l'ombra
azzurra già che sembra primavera,
per dirti quanto è buio il mondo e come
ai nostri sogni libertà s'accenda
di speranze di poveri di cielo,
io troverei un pianto da bambino
e gli occhi aperti di sorriso, neri
neri come le rondini del mare.

Mi basterebbe che tu fossi vivo,
un uomo vivo col tuo cuore è un sogno.
Ora alla terra è un'ombra la memoria
della tua voce che diceva ai figli:
"Com'è bella la notte e com'è buona
ad amarci così con l'aria in piena
fin dentro al sonno". Tu vedevi il mondo
nel plenilunio sporgente a quel cielo,
gli uomini incamminati verso l'alba.

mercoledì 9 marzo 2011

La coppia reale


La coppia reale


Il cane, un randagio nero, se ne va a passeggio lungo un viottolo di campagna. Accanto un gatto grigio con qualche macchia di pelo bianco e senza un padrone a corrergli dietro. Procedono tranquilli, solenni, li incrocio, sembrano non accorgersi della mia presenza. Il passo è felpato, lo spazio è tutto per la coppia reale; sono io che devo spostarmi verso il lato sinistro del sentiero. La campagna offre uno spettacolo malinconico: il cielo nuvoloso e cupo, un venticello freddo ondeggia tra i cespugli e gli alberi, i fiori di campo appena sbocciati intristiti. Si muove qualcosa tra gli arbusti, il gatto si ferma, osserva attento; il cane fissa il gatto. Non succede niente. Il gatto riprende il cammino e il cane lo segue.

domenica 6 marzo 2011

La quercia caduta


La quercia caduta
Giovanni Pascoli

Dov’era l’ombra or sé la quercia spande
morta, né più coi turbini tenzona.
La gente dice: Or vedo: era pur grande!

Pendono qua e là dalla corona
i nidietti della primavera.
Dice la gente: Or vedo: era pur buona!

Ognuno loda, ognuno taglia. A sera
ognuno col suo grave fascio va.
Nell’aria, un pianto… d’una capinera

che cerca un nido che non troverà.

(Primi Pometti)



Il gran concerto della quercia


Il gran concerto della quercia


Dove c’era l’ombra ora c’è la quercia caduta, tagliata. L’albero non deve più combattere contro le bufere. La gente guardandola si accorge della sua grandezza. Dai vari rami pendono i tanti nidi e la gente osservando si accorge che era molto buona. Ognuna lodandola, taglia della legna e se la porta a casa. Anche ora che è a terra, continua a essere generosa. Solo una capinera si aggira nell’aria. Piange perché non troverà più il suo rifugio.

Vi ricordate? È il contenuto della poesia di Giovanni Pascoli “La quercia caduta”. Quando a scuola studiavo questa poesia, la mia casa era fra tre maestose querce. Due a neanche cinquanta metri, l’altra un po’ più distante. Una di queste, la più grande di tutte, era altissima, fortissima, un ciclope muscoloso che non aveva paura di temporali, fulmini, tuoni, venti. Per abbracciarne il tronco erano indispensabili le braccia di più bambini. L’ombra erano davvero larga. La quercia con i suoi rami nodosi, aggrovigliati, e il fogliame ricchissimo, era un ombrellone gigante a difenderci dal sole. Nell’ampio spazio d’ombra piccoli arbusti, che spesso maltrattavamo noi bambini e ragazzi e dell’erbetta, che calpestavamo senza pietà. Essendo quella più vicina a casa era la quercia che più frequentavamo. Nel cono d’ombra si giocava al pallone, si faceva merenda, si eseguivano i compiti, si giocava con il cane, e così via.
 

sabato 5 marzo 2011

L'infinito


L’infinito
Giacomo Leopardi

Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare.  

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