Incontro
la neve
la neve
Incontro la neve, questa mattina. È lungo i margini della strada. L’erba verde diventa bianca. I tetti di mille colori, perché da queste parti ognuno mette i tetti con i colori che vuole, sono bianchi, solo bianchi. Le montagne innevate. Come spesso avviene quando cade la neve, lo spettacolo è garantito.
Gli alberi con i fiori già accesi, segnali incoraggianti di una primavera in arrivo, si sono vestiti di fiocchi di neve, altri fiori, insomma, ad adornare la campagna che costeggia la strada. Una strada piena di dislivelli, curve, buche rattoppate alla meglio, lavori in corso; una strada che chiamano autostrada per darsi delle aree, insomma, tutto qui. Ma non c’è cattiveria in questo appellativo. Non è una usurpazione di titoli. È per sentirsi dentro la storia.
Il vetro sporco dell’auto mi impone una fermata in un piccolo spazio. A pochi metri, su un terreno vicino, un grande albero di mimosa ha assunto una caratteristica curiosa. La mimosa è tutto uno sgargiante colore giallo, le foglioline verdine si sono coperte di fiocchi. Un grande quadro giallo con lo sfondo il bianco. Un dipinto favoloso. La firma dell’autore non appare, deve essere, però, un grande artista. Il giallo forte e profumato della mimosa rappresenta la primavera che è in arrivo, la neve appartiene all’inverno. Eppure sono lì, mimosa e neve, neve e mimosa: perché distinguere a tutti i costi le stagioni, nello stesso giorno c’è tutto.
Il cielo è coperto da un manto bigio, non mancano le nuvole, ora la neve si fa più fitta. Pagliuzze sottili scintillano nell’area e si appiccicano dove possono. Tra due nuvole, forse gemelle, si somigliano come una goccia d’acqua, riesce a penetrare un piccolo raggio di sole. E il raggio di sole si fa coraggio, trovato la fessura giusta diventa più grosso, più grosso e più luminoso, e più caldo, sempre più caldo.
La città si è svegliata con la neve. Molti ragazzini in giro; molte aule scolastiche, oggi, certamente sono rimaste vuote. Potere della neve! Macchine piazzate disordinatamente sulle strade impediscono il regolare deflusso; una pattuglia di vigili è impegnata a controllare che le auto parcheggiate abbiano il regolare scontrino sul cruscotto. Che lì vicino le strade siano intasate è affare degli autisti, loro che c’entrano: il comune ha bisogno dei soldi del parcheggio (e delle eventuali multe!).
Due anziani signori, ombrello in mano, chiacchierano vicino al bar. Dicono che, per fortuna, in Italia è stato impedito un golpe, anzi che il golpe è fallito, come titolava qualche giorno fa, dicono loro, giustamente, un quotidiano. Cado dalle nuvole. Possibile che questa notizia, davvero grossa, mi sia sfuggita? Forse distratto dai fatti dell’Egitto e della Libia, ma un golpe in Italia… Educatamente chiedo lumi e cerco di saperne di più. Mi guardano con stupore, come se io fossi un alieno. «Ma lei dove vive - mi apostrofano annichiliti - è stato tentato di rovesciare il legittimo governo del Paese con artifizi vari e lei non si è accorto di niente, ma non legge i giornali, non vede la televisione.» Poi allontanandosi dall’alieno, li sento commentare: «Questi vecchi rincitrulliti a settant’anni al massimo bisognerebbe chiuderli nei pensionati a giocare a carta.» Facendomi coraggio, mi riavvicino e dico di aver ascoltato il commento e vorrei sapere da quando partirebbe questo eventuale provvedimento di chiudere i vecchi… Non mi fanno finire di parlare: «Per noi anche da subito, per tutti, fatto le debite eccezioni, ovviamente.» Ovviamente!
Di fiocchi di neve, nessuna traccia. Sono scomparsi improvvisamente. Il sole si è nascosto e il cielo si è completamente coperto di grigio. Ma che brutto grigio!
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