Auguri a tutte le lingue del mondo
di Giovanni Pistoia
Nei momenti più importanti si fanno gli auguri con tutte le lingue e i dialetti del mondo. Ognuno si esprime come sa, come può. Usa, con disinvoltura, la propria lingua, l’italiano, il francese, lo spagnolo, il cinese o, a volte, con qualche difficoltà, quella dell’altro. Spesso, senza farci caso, il dialetto: alcuni sono poi così universali che assurgono al rango di lingua. Ma qui, voglio tranquillizzare, non si vuole accennare ad alcun discorso serio di linguistica.
In alcuni periodi, come durante le festività natalizie o per festeggiate il nuovo anno, è uso esprimere gli auguri, quando è possibile, in varie lingue, per essere più facilmente compresi, o per sentirsi più vicini all’interlocutore. Il papa, per fare un esempio, è solito, da piazza s. Pietro, augurare il Buon Natale in diversissime lingue. Quest’anno l’ha fatto in sessantatré lingue diverse. Chi usa face-book riceve, e invia, gli auguri, attraverso la propria bacheca, o pagina, o messaggi privati, in lingue differenti, da località lontanissime, a volte, l’una dall’altra. Se leggo i messaggi di questi giorni, e mi soffermo un po’ sui luoghi di provenienza, capisco davvero come la rete ha scavalcato confini, e colori di pelle, e rese trasparenti incomprensibili idiomi. Mi sono anche impegnato, con quali esilaranti risultati è facilmente prevedibile, a inviare gli auguri con la lingua del destinatario (francese, inglese, spagnolo … ).
Le lingue solo apparentemente dividono. In verità uniscono. Tanti petali fanno una rosa. Tante rose fanno un rosaio. Ve la immaginate una rosa con un solo petalo? La difficoltà a comprendere l’altro, che parla una lingua o un gergo diverso, ci costringe a misurarci con la storia e la cultura dell’altro. Ad aggiungere un altro petalo alla rosa che noi conosciamo. E scopriamo petali e nuove rose. E coltiviamo nuovi rosai. Nuove praterie di margherite.
Non a caso sono gli emigrati che, vivendo in paesi con culture diverse dai loro, avvertono la necessità di impossessarsi della lingua e, a volte, del dialetto del luogo dove vivono e lavorano. Gli immigrati, che incontriamo sulle nostre strade, conoscono spesso più lingue, oltre a comprendere e parlare l’italiano, in alcuni casi con ottimi risultati. (In verità, siamo noi che stiamo sempre più disimparando la nostra!)
Moltissime lingue si sono già estinte, altre scompariranno presto. Sono tesori che si perdono e che non potranno essere recuperati mai più. Ma ciò vale anche per i dialetti; essi sono ancora più preziosi delle stesse lingue. Sono, anche se non sempre, le radici popolari di una lingua nazionale, ufficiale. Si può apprezzare un albero gigante senza pensare alle sue radici che succhiano l’ansia e gli umori della terra?
In questi periodi festivi un pensierino per loro: voglio augurare un sereno futuro a tutte le lingue e ai dialetti del mondo. Grazie a loro comunichiamo dolori e gioie, ci scambiamo auguri collettivi, mai per essi un omaggio, sia pure piccolo piccolo. Facciamo gli auguri in tutte le lingue del mondo, ma facciamo anche a tutte le lingue e ai dialetti della terra i più cari e affettuosi auguri di lunga, lunghissima vita.
Auguri a tutte le lingue del mondo
di Giovanni Pistoia
dicembre 2011
Mi sento specialmente allusa in questo tuo post. Grazie mille, caro Giovanni. Nei tempi che corrono al catalano convengono i tuoi auguri... Bon any 2012 ple de joia i felicitat!! Non lo traduco perché il catalano e l'italiano sono lingue sorelle e tu sei proprio bravo. Un caro abbraccio.
RispondiEliminaUn forte e sincero augurio per il nuovo anno. Ne abbiamo tutti bisogno. A risentirci presto. Giovanni
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