Il silenzio del camino
di Giovanni Pistoia
Il fuoco lento del camino parla, e racconta ancora le sue storie, e scalda la memoria, e il fumo sfuma ricordi di altre età e altri luoghi. Ma il fuoco è solo una delle tante note del camino. Il legno scoppietta, e sorride incenerendosi, il fumo, bianco velato di mestizia, si alza con pigrizia, e sono riccioli e grappoli di colori, le ceneri hanno cenni di fruscio tra il ceppo che diventa carbone nero dopo aver ceduto alla fiamma il rosso. E la fiamma ora rossa ora arancia, e non manca una firma d’azzurro, spalanca i registri del passato ma anticipa il futuro, ne illumina con giudizio il presente, a volte oscuro, incomprensibile e amaro. Il camino è un libro aperto, una finestra per riflettere, un momento di quiete accarezzando le armonie del fuoco, la magia della brace, i palpiti della cenere, il legno che si sciupa, la stizza che, a volte, pizzica. Il camino ha un suo mistero non esprimibile a parole, un fascino discreto di segreti, un nido, dove lo sguardo e la mente si perdono in arcane trasparenze. Vi si agitano, tra le ombre e le luci, creature invisibili, eppur presenti.
Le voci del camino somigliano a quelle dei vecchi. Il silenzio dei vecchi è fatto di parole sagge, di esperienze lunghe; di colori e suoni che vengono da lontano; è un silenzio, quello dei vecchi, distillato e cristallino, perché guarda sempre più verso l’essenza delle cose e della vita; trasparente, perché privo delle scorie quotidiane. Il silenzio dei vecchi è maturo come il grano nella spiga dorata, fragrante come il pane appena sfornato. Il silenzio dei vecchi è tanto ricco quanto muto a tanti.
Il silenzio del camino
di Giovanni Pistoia
13 dicembre 2011
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