Come sono belli e bravi i nuovi bronzi di Riace!
di Giovanni Pistoia
Come sono belli! Anche se non sono dei bronzi di Riace, fanno comunque la loro bella figura. Abbronzati, scattanti, energici, volitivi, dal piglio rinnovato. Ringiovaniti, perfino. Come sono belli!
Sono ritornati da poco da luoghi, dicono, meravigliosi; lì dove la neve è più bianca del bianco, il sole più sole del sole, il mare più mare del mare, la sabbia più sabbia della sabbia, e dove l’acqua, pensate, è più acqua dell’acqua. E bagna, pure! Dicono che sono luoghi paradisiaci. Località per vip, cioè, dice il vocabolario, di Persona importante, che gode di notorietà e prestigio mondano; per andarci, e restarci quando si vuole, non necessita una grande perizia, bisogna solo aver un po’ di soldi, un po’ mica tanto; certo, numeri con varie cifre, ma loro sanno contare, non sono mica degli imbecilli, digiuni di matematica e di finanza. Loro l’economia la capiscono, la studiano. Peggio per gli ignorantoni.
Sono ritornati, e subito al lavoro nei dorati salotti televisivi. Come parlano bene! L’Italia ce la farà, certo che ce la farà. Ha energie, storia, cultura, lavoro, spirito di abnegazione; l’Italia riuscirà a venirne fuori da questa crisi maledetta, da questa recessione galoppante; spread o non spread ne verremo fuori. Certo, il momento è duro, eravamo sull’orlo del precipizio, ora non ci siamo più, forse ci siamo già dentro e non ce ne siamo accorti, poco importa, ne verremo fuori. Rassegnarsi? Mai. Stringere la cinghia? Ma è necessario per noi. Per salvare l’Italia.
Come sono belli! e come sanno parlare bene nei dorati studi televisivi! Ci sono tutti, tutti impegnati a dirci di stare tranquilli; certo, bisogna fare dei sacrifici, questo è scontato, ma è doveroso, questo gli italiani lo hanno capito, lo capiranno. Ci sono tutti: politici, conduttori, presentatori, giornalisti di fama, esperti, quanti esperti! Tutti belli, sono i bronzi di Riace tornati a nuova vita. E come sanno parlare! tutti a dirci che il disoccupato dovrà fare, purtroppo, qualche sacrificio in più, e chi ha perso il lavoro dovrà arrangiarsi un po’ di più, il sottoccupato, anche lui, dovrà dare il suo contributo. Sia chiaro, in maniera equa, ma il contributo deve essere di tutto. La giustizia è giustizia. Solidarietà. Solidarietà.
L’Italia ne uscirà se tutti facciamo il nostro dovere di bravi cittadini. Il pensionato non ce la fa a campare? ma tutto sommato gli si chiede qualche restrizione in più. Ma è un sacrificio soprattutto per il loro futuro, per il loro avvenire. Aumenta tutto, e gli aumenti colpiscono chi ha di meno. È vero, dicono i novelli guerrieri: ma dobbiamo uscire dal tunnel. Dobbiamo rilanciare le Borse, abbattere lo Spread, assicurare i Mercati, i Mercati, bisogna tener conto dei Mercati … sant’Iddio questo lo devono capire tutti, ma proprio tutti. Anche il più ignorante capisce che le Leggi dei Mercati sono Leggi, altro che Tavole di un certo signor Mosè.
Come sono bravi: parlano di disagio sociale, di depressione, di disoccupazione, sottoccupazione, lavoro nero, dei pensionati che non hanno neanche i soldi per rifugiarsi in un pensionato, dei giovani, ah dei giovani sanno tutto; e come li capiscono i giovani! di quei giovani che non troveranno un lavoro e non avranno una pensione; ecco, per loro bisogna fare i sacrifici, soprattutto per loro. Parlano di equità, di coesione (com’è bella questa parola!) Parlano dei vecchi poveri tanto vecchi ormai morti socialmente da tempo, e dei nuovi, pronti a fare la stessa fine. E discutono anche, con notissimi avvocati, di diritti, e con psicologi e psichiatri di grido, del disagio, degli emarginati. Ah, l’emarginato, che tristezza! Bisogna parlarne! E, poi, ci sono i tuttologi (giornalisti di razza, attrici, attricette, cantanti, principi e principesse, deputati e deputate veraci, eccetera, eccetera); sanno di tutto! E stanno tutti, questo per onestà bisogna dirlo, stanno tutti con i poveri, e tutti a dar voce ai poveri, ai senza voce, ai senza tetto, ai senza tasca, ai senza niente, ai senza … E se qualcuno timidamente accenna ai super privilegiati, ai super retribuiti, a certe cose oscure che chiamano caste, ecc, ecc, loro sono d’accordo; bisogna eliminare quello che è davvero eccessivo ma di tutto ciò è bene parlarne con dati di fatto e, soprattutto, con sobrietà. Quando si parla di poveri si può anche essere rozzi, per farsi capire s’intende, quando il discorso è sui ricchi è necessario essere sobri (l’italiano è una bella lingua, non è vero?)
Come sono belli e bravi i ricchi, i super ricchi, i nostri eroi, che hanno lasciato anzitempo i luoghi dove il sole è più sole del sole, per venire a consolarci, a spiegarci, a tranquillizzarci; per dirci, insomma, che ce la faremo. E per continuare a lavorare per noi, solo per noi, e che dobbiamo avere fiducia, fiducia e pazienza, pazienza e fiducia con qualche inevitabile sacrificio.
Com’è bello e gratificante e istruttivo quando i ricchi, i super ricchi, parlano dei poveri. È un vecchio sport, lo so, ma è sempre seducente, rassicurante. E così, finalmente, i disagiati possono capire che cosa è il disagio, e i poveri, finalmente, possono capire come i ricchi conoscono bene i problemi dei poveri, e così diventare anche loro dei bravi esperti di povertà!
Come sono belli e bravi i nuovi eroi, i nuovi bronzi di Riace: no, di Riace no, ma bronzi sì, vere e autentiche facce di bronzo. Scrivo bronzo ma leggo altro!
Concludo, perché mi accorgo che posso essere definito qualunquista. Una volta quando si dicevano certe cose, contro gli abusi, i soprusi, i privilegi megagalattici, si era definiti comunista di m …, diavolo dall’animo torvo (anche se, poi, non eri un comunista e neanche di sinistra, poco importava), ora no, se alzi un po’ il tono e dici qualcosa che ti sta sullo stomaco, e urli al mondo quello che per te è un’ingiustizia che grida vendetta, sei un qualunquista, un becero qualunquista, e non solo, ma fai anche della pericolosa antipolitica, ti poni contro le istituzioni. E sentirsi dare dell’antipolitico da chi ha ridotto la politica ghianda per porci e le istituzioni mangiatoie senza fondo, è qualcosa che non so definire. Non ho aggettivi.
Come sono belli e bravi i nuovi bronzi di Riace!
di Giovanni Pistoia
5 gennaio 2012
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