Conchiglia
di Giovanni Pistoia
Chinava la testa canuta sulla rosea conchiglia
che custodiva, gelosa, nella mano tremante,
e rimaneva in ascolto, come di una dolce preghiera.
Ho nostalgia delle onde sbarazzine, diceva,
e ascolto la conchiglia; lei conserva segreti
lontani, perché, come me, ha nostalgia del mare.
Vedi, mi diceva, sono una conchiglia ricca,
conservo odori e sapori, nostalgie e ricordi,
e anche la brezza mi sussurra, e non poco.
Un giorno il vento le portò via la memoria,
le orecchie si spensero ai bisbigli del mare,
e lei divenne un guscio, una foglia d’autunno,
ma nelle mani stringeva la vuota conchiglia.
in: Autori Vari, Il silenzio acuto del mattino, Giulio Perrone Editore,
Roma 2012
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