sabato 25 febbraio 2012

Dante Maffia. Il poeta tra le macerie del mondo intervista di Anna Manna



Dante Maffia. Il poeta tra le macerie del mondo
intervista di Anna Manna


Io non sono capace di intervistare Dante Maffia! La verità è questa! È inutile mentirsi ad oltranza. Non ne sono capace. Ho provato mille volte, l’avvio giusto, le domande indovinate, l’equilibro assicurato! L’equilibrio? Ma si può cercare un poeta vero e restare in equilibrio? È proprio questo che succede quando m’imbatto nei suoi versi. Traballo, perdo l’equilibrio, incomincio a sentirmi timida. E Dante è un amico, dovrei sentirmi tranquilla e sicura a parlare con lui.
Amico da tanti anni, amico di altri amici. Eppure perdo l’equilibrio. Non sono capace di studiarlo, di analizzarlo, di porgere domande davanti ai suoi versi. Come un pittore incapace di fermare il mare in movimento, come un flautista che non riesce ad incantare il serpente.
Lui, il poeta, spennella un po’di rosa ciclamino (una delle sue immagini più riuscite) e rende il mondo più fresco! Ecco Dante io ti invidio, invidio la tua arte così naturale in te, così immediata. È inutile tentare di somigliarti, è inutile tentare di catturare i tuoi meravigliosi congiuntivi. Allora voglio provare ad intervistarti con questa invidia che mi rende fragile e questo ammaliamento per la tua poesia che mi stupisce. Un lupo del verso! Abilissimo, scattante e fiero.
C’è una fierezza arcana, atavica nelle emozioni di Dante. Una dignità di profondità e di silenzi rappresi, quando racconta di storie finite, di vite trascorse e poi d’improvviso s’accende di nuovo il respiro del mondo in un’immagine vivificante, fresca come i suoi ciclamini appena sbocciati.

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