martedì 29 maggio 2012

QUESTA SERA di Giovanni Pistoia





Questa sera
di Giovanni Pistoia


Chi siete? chi ha armato la vostra mano?
quale sentiero avete calpestato? Affacciati,
come vampiri assetati di sangue, sul davanzale
della scuola, in un mattino di primavera,
avete ucciso l’aurora; a maggio rubato i petali

più fragili. Ma chi siete? ma chi pensate
di essere? Chiunque voi siate, siete uomini,
uomini come me. Io non so se al boato
avete brindato; io so che siete uomini, come
me. Mi è impossibile capirvi, sopportarvi;

è difficile capirmi, sopportarmi: tanta
la stanchezza d’essere uomo, tanto il disagio
per ogni passaggio, la vergogna per sogni
traditi, sorrisi lacerati, aquiloni abbattuti.
Siete come me, per questo, forse, mi faccio

ribrezzo, e urlo, nello strazio delle parole: chi siete?
chi siamo? chi arma le vostre mani? chi arma
le nostre mani? perché ancora, e poi ancora,
così ripugnanti? Finiremo stritolati dagli abiti
che ci siamo allestiti; e voi sarete i primi

ad aprire la danza sul sagrato della piazza
principale, come è giusto che sia, perché siete
i più bravi in questa nostra società di assassini.
Questa sera inginocchiamoci: chiediamo perdono.
Questa sera inginocchiamoci: chiediamo perdono

a chi non c’è più; a chi porterà sulle carni
e negli occhi il fulmine e il tuono, il dolore
di un’alba che dura una vita. Questa sera
inginocchiamoci: accendiamo candele per noi
che pensiamo, illusi! di esserci ancora.

E, forse, chissà! un giorno saremo.

Nessun commento:

Posta un commento