lunedì 21 maggio 2012

Sopra un inganno metafisico di Salvatore Martino


SOPRA UN INGANNO METAFISICO
di Salvatore Martino                                 
 a Dante Maffia


Non so in quale scranno stai seduto
se in quella Biblioteca devastata
che un tempo frequentavi in Alessandria
immerso tra papiri e pergamene
o decifrando tavolette a Ur
ma forse a te più si conviene
una Abbazia dell’alto  Medioevo
mettiamo Farfa o Chiaravalle
a ricercare nei codici miniati la saggezza
o ancora a Wittemberga
dove incontrasti Amleto
così affine alla tua duplice natura
di mistico e di erotico

Siedi in una tavola imbandita
come un personaggio
del nostro amato Rabelais
mercenario di parole
alchimista del gioco
che affonda le radici
nel gesto tuo quotidiano
e di tanto trascende
nella calamita del nulla


E la voracità di conoscenza
ti  accomuna
ai grandi personaggi di quel sud
che più di ogni altro luogo ci appartiene
Giordano e Campanella
Verga Croce e Pirandello

Dalla soglia smagrita della ressa
talvolta così anemica
dell’oggettività quotidiana
sollevi l’occhio verso quelle mete
a pochi destinate
erotico guerriero di parole
o preferisci invece lo spazzino?
confondi l’effimero all’eterno
in questa distrazione di memoria
che tutti ci quantifica
e come un fascio di violenta luce
partono dalle tue storie
sentieri che ci guidano
verso la temeraria conoscenza
che non sappiamo
se cancellare combattere o tradire

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