SOPRA UN INGANNO METAFISICO
di
Salvatore Martino
a Dante Maffia
Non
so in quale scranno stai seduto
se
in quella Biblioteca devastata
che
un tempo frequentavi in Alessandria
immerso
tra papiri e pergamene
o
decifrando tavolette a Ur
ma
forse a te più si conviene
una
Abbazia dell’alto Medioevo
mettiamo
Farfa o Chiaravalle
a
ricercare nei codici miniati la saggezza
o
ancora a Wittemberga
dove
incontrasti Amleto
così
affine alla tua duplice natura
di
mistico e di erotico
Siedi
in una tavola imbandita
come
un personaggio
del
nostro amato Rabelais
mercenario
di parole
alchimista
del gioco
che
affonda le radici
nel
gesto tuo quotidiano
e
di tanto trascende
nella
calamita del nulla
E
la voracità di conoscenza
ti accomuna
ai
grandi personaggi di quel sud
che
più di ogni altro luogo ci appartiene
Giordano
e Campanella
Verga
Croce e Pirandello
Dalla
soglia smagrita della ressa
talvolta
così anemica
dell’oggettività
quotidiana
sollevi
l’occhio verso quelle mete
a
pochi destinate
erotico
guerriero di parole
o
preferisci invece lo spazzino?
confondi
l’effimero all’eterno
in
questa distrazione di memoria
che
tutti ci quantifica
e
come un fascio di violenta luce
partono
dalle tue storie
sentieri
che ci guidano
verso
la temeraria conoscenza
che
non sappiamo
se
cancellare combattere o tradire
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