lunedì 18 aprile 2011

Un camoscio un cacciatore una farfalla


Un camoscio un cacciatore una farfalla
Giovanni Pistoia

“Gli zoccoli del camoscio sono le quattro dita del violinista. Vanno alla cieca e non sbagliano millimetro. Schizzano su strapiombi, giocolieri in salita, acrobati in discesa, sono artisti da circo per la platea delle montagne. Gli zoccoli del camoscio appigliano l’aria. Il callo a cuscinetto fa da silenziatore quando vuole, se no l’unghia divisa in due è nacchera di flamenco. Gli zoccoli del camoscio sono quattro assi in tasca a un baro. Con loro la gravità è una variante al tema, non una legge.”

Si sono sfidati per un’intera vita, lassù, sui dirupi della montagna, dove tempeste fulmini vento e neve tengono lontano tutti. Ma non loro: il re dei camosci e il re dei bracconieri. Al re dei camosci l’uomo dal fucile facile ha ucciso la madre. E il camoscio non dimentica.


Amante della natura a suo modo, il bracconiere, che si definisce “ladro di bestiame”, trascorre la sua vita nel regno dei camosci, degli stambecchi, delle aquile. Tra montagne difficili, chiuso in una capanna come un eremita. Ma arriva anche per lui il giorno della vecchiaia, quando il cuore batte a fatica e il peso della legna si fa sentire sulle spalle non più forti. Arriva anche per il re dei camosci l’ora in cui sta per cedere ad altri lo scettro di dominatore. Ma non vuole farlo in maniera triste. Cerca, e ottiene, la morte che più desidera. Una morte che suona come una strana vendetta.

Volumetto di appena settanta pagine, si legge d’un fiato trasportando il lettore in un ambiente dove le regole sono quelle della natura. Un racconto, “Il peso della farfalla”, questo di Erri De Luca, soffice come la neve appena caduta, leggero come la farfalla, travolgente quando il vento sembra toglierti il respiro per portarti lontano.

L’ho letto speditamente, perché lo stile è accattivante, ma ho rischiato di non ascoltare il canto della montagna, di non gustare l’odore degli alberi, il tonfo dei ramponi sul lastrico del ghiaccio, di non vedere la tristezza negli occhi grandi calmi desolati del piccolo stambecco ucciso dal ladro di bestiame.

Una lettura lenta e serena aiuta molto. Anche a riflettere un po’ su stessi. Sulla natura. Sull’uomo. Sulla vita che scorre veloce e poi accorgersi, forse in un cambio di stagione, che “un uomo è quello che ha commesso.”

Erri De Luca
Il peso della farfalla
Feltrinelli 2009


Un camoscio un cacciatore una farfalla
di Giovanni Pistoia
18 aprile 2011

Nessun commento:

Posta un commento