domenica 16 ottobre 2011

Pensierini folli




Pensierini folli
di Giovanni Pistoia

  


Il 15 ottobre 2011 si sono svolte varie manifestazioni in tantissimi Paesi del mondo, in particolare contro le politiche economiche e finanziarie e per sottolineare la gravissima crisi che coinvolge milioni di uomini e donne e annulla il futuro di intere generazioni di giovani. Manifestazioni in quasi tutto il mondo, idee e storie diverse, eppure grande la voglia di lavorare per un mondo più giusto. L’utopia, dunque, non è morta. Il sogno di un futuro diverso e più umano è ancora forte, vive ancora in tante contrade della Terra. Oppure per dirla con il poeta Dante Maffia:

Chi aspetta che il sogno finisca
è un bugiardo
che perde il suo tempo in cabbale.
Non finirà la promessa della renovatio.

He who waits the end of the dream
Is a liar
That wastes his time deceiving himself.
The promise of the renovatio won’t end.

Testimoniare un atto di sfiducia verso il dio denaro, Divinità Infinitamente Onnipotente, che condanna a un futuro incerto e alla morte milioni di essere umani, è un fatto straordinario e coraggioso.

La violenza, che ha caratterizzato la grandissima manifestazione romana, ha annullato il valore e l’essenza dell’iniziativa svoltasi in Italia. Il fatto pone mille domande. Perché è accaduto tutto ciò? Perché proprio a Roma? Chi sono i violenti? Ritengo, in ogni modo, che abbiano fatto un danno gravissimo alle ragioni dei manifestanti, molti dei quali temevano un esito violento della sacrosanta protesta. Una violenza che porta acqua al mulino dei potenti, che rafforza i Palazzi, piaccia o no ai violenti. Opinioni personali, che valgono un po’ meno dello zero. Ma su questi atti di guerriglia, che si manifestano puntualmente in momenti delicati della vita del Paese, qualche riflessione qualcuno dovrà pur farla! Così come credo sia giusto e auspicabile che la rabbia, la protesta, l’ansia di riscatto di milioni di uomini trovi progetti da condividere, proposte operative da perseguire. Il ribellismo finisce sempre per essere controrivoluzionario (oddio, forse ho usato un termine desueto, ne chiedo perdono!)

In ogni modo i numerosi e colorati e appassionati cortei, che si sono dipanati per le vie del mondo, hanno stimolato alcuni pensierini folli dai quali è nata qualcosa che Luisa Lenzi, sul suo bel Profilo Face-Book, ha definito, bontà sua, “un esempio severo e vibrante di poesia civile”. La ringrazio, troppo buona!

15 ottobre 2011

I banchieri taumaturghi
i grandi industriali
gli esperti manager aziendali
gli illuminati imprenditori
gli illustri economisti
per non dire degli austeri,
si fa per dire, politici severi

                  non hanno colmato
                  i guasti del passato

hanno, in verità, ridotto e abbandonato sul selciato
i poveri Paesi, se non falliti, più che collassati.

                 E imperversano le odiate dittature,
                 e si alimentano le guerre senza fine.

Prigioniera nelle stanze del postribolo
la bella Italia “Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave senza nocchiere in gran tempesta,
non donna di provincie, ma bordello!

                                    E la fame incombe
                             e divorerà la finta pace.

Se ci fossimo affidati ai letterati
ai poeti ai filosofi, forse, e dico forse,
avrebbero condotto i poveri Paesi
quantomeno nel regno della fantasia
e del sogno, sempre meglio
che in quello dell’ottuso sonno. Buon giorno,
Mondo, il sonno non ti sia fatale.


Nota.
Il testo 15 ottobre 2011 è apparso sul Profilo Face-Book di Luisa Lenzi il giorno della manifestazione (http://www.facebook.com/home.php?#!/profile.php?id=100001622857112).

Dante Maffia, Chi aspetta che il sogno finisca, in “La biblioteca di Alessandria”, Azimut, Roma 2008


Pensierini folli
di Giovanni Pistoia
16 ottobre 2011

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